Le medicine complementari creano una mentalità ecologica e sana che determina una società più rispettosa dell’ambiente e delle persone. In questo momento storico di cambiamenti, si sente una pressante esigenza di assumere comportamenti e stili di vita sempre più consapevoli e responsabili, in rispetto della natura, dell’ambiente e di sé stessi, che coinvolgono il modo di alimentarsi, di sfruttare le energie e le risorse ambientali e anche di curarsi.
Il concetto generale di salute si è evoluto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha definito come valore essenziale: «La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non solo l’assenza di malattie e infermità; il raggiungimento dello stato di salute ottimale è un diritto umano fondamentale».
Salute quindi non è solo assenza di malattia, ma un concetto molto più ampio di benessere mentale, spirituale e corporeo che oltre ad essere un diritto di ciascun uomo dovrebbe essere un dovere nei confronti di sé stessi e di chi ci sta vicino, perché «stare bene» significa avere energia, essere produttivi, essere di buon umore e promuovendo la propria salute, ogni persona partecipa al bene comune.
La scelta delle modalità terapeutiche diventa fondamentale. Le cosiddette medicine alternative o complementari alla medicina tradizionale (medicina cinese, ayurveda, omeopatia…), sono le più adatte a soddisfare questo tipo di esigenza per questi motivi:
- Hanno una visione olistica, per cui l’uomo è considerato nella sua unità di mente, corpo e spirito
- Considerano ogni individuo unico, per costituzione, forza vitale, esperienze di vita, carattere, stile di vita;
- Si rivolgono alla natura, maestra e madre, come unico riferimento.
Il rapporto medico-cliente, in questo approccio terapeutico, diventa molto confidenziale, basandosi su di un colloquio approfondito, volto a considerare le caratteristiche della persona più che il sintomo fisico e la malattia. C’è una scelta dei rimedi o delle tecniche di cura e della durata della terapia, molto personalizzata, volta a rianimare le innate capacità guaritrici della persona e portarla spontaneamente alla guarigione.
Non viene curato il sintomo, la cui soppressione cronicizza la malattia, ma si cerca di comprendere la vera causa scatenante il disagio, in quel determinato paziente, per risolverla definitivamente. Ogni disagio fisico non è un nemico da combattere ma un’occasione per riflettere e comprendere malesseri più profondi.
Con questo approccio terapeutico il cliente non è uno spettatore passivo della cura, ma viene reso responsabile della sua innata capacità di reagire e della necessità di modificare eventuali stili di vita e comportamenti scorretti. La responsabilizzazione della propria salute induce ogni persona a fare più attenzione alla prevenzione e rende sensibili all’osservazione di sé e alla comprensione di eventuali segnali del corpo come campanelli d’allarme di malesseri più profondi. Il processo di consapevolezza rappresenta già di per sé, una gran parte del processo di guarigione.
La medicina naturale è soprattutto prevenzione ed educazione ad assumere corretti stili di vita: alimentazione sana, adeguata attività fisica, adeguato bilanciamento tra doveri e piaceri, capacità di conoscere sé stessi, le proprie debolezze e qualità, in modo da poter tendere sempre al miglioramento di sé.
In realtà questo approccio terapeutico nuovo ha radici molto antiche. Nell’ambito delle medicine olistiche, un posto significativo è occupato dalla medicina tradizionale cinese, che ha sempre considerato l’uomo nella sua interezza e in rapporto con tutto ciò che lo circonda: rapporti interpersonali, ambiente naturale ed energie cosmiche. È il concetto di uomo totale, microcosmo che riflette il macrocosmo, entrambi regolati dalle stesse leggi.
Molte scoperte di questa medicina hanno una valenza di estrema attualità: ne è un esempio il fatto che, già 3.000 anni fa, si fosse intuito che materia ed energia sono la stessa cosa, studi confermati attualmente dalla fisica quantistica. La malattia è considerata uno squilibrio energetico, una perdita di equilibrio rispetto a sé all’ambiente.
La medicina ayurvedica, originaria dell’India, ha radici che risalgono a 4.000 anni fa. Anche in essa si considera l’uomo nei suoi aspetti fisico, mentale e spirituale. Le metodiche di cura prevedono rimedi naturali come erbe, minerali, metalli. Inoltre prevede l’uso di massaggi e la pratica dello yoga per attivare l’aspetto energetico e riequilibrare corpo e mente.
Nella civiltà greca, Ippocrate, considerato il padre della medicina (400 a.C.) introdusse un concetto innovativo secondo il quale la malattia e la salute di una persona dipendono da specifiche circostanze riguardanti la persona stessa e non da superiori interventi divini. Inventò la cartella clinica, teorizzò la necessità di osservare razionalmente i pazienti prendendone in considerazione l’aspetto ed i sintomi e introdusse, per la prima volta, i concetti di diagnosi e prognosi. Egli credeva infatti che solo la considerazione dell’intero stile di vita del malato permettesse di comprendere e superare la malattia da cui questo era affetto.
Se tale prospettiva è rimasta ancora oggi come tipica della pratica medica, la ricchezza degli elementi che Ippocrate chiama in causa (dietetici, atmosferici, psicologici, perfino sociali) suggerisce un’ampiezza di vedute che è stata persa nei secoli.
Alla luce di queste considerazioni, le medicine complementari prefiggendosi di prevenire, educare e promuovere la salute individuale, sociale ed ambientale, impongono a ciascuno di imparare a conoscere il proprio organismo e le sue esigenze, in modo da poter effettuare quelle scelte di vita quotidiane che permettono di mantenere l’equilibrio fisiologico del proprio stato di salute.
L’attenzione all’ambiente in cui si vive come la casa, il luogo di lavoro, all’alimentazione, all’igiene e al vestiario, la calibrazione dei tempi di riposo e di lavoro, fanno parte di questa ricerca. Si crea così una mentalità ecologica e sana che determina una società più rispettosa dell’ambiente in cui gli stessi individui si trovano a vivere: è una presa di coscienza che nel tempo porterà ad una maggiore salute individuale, sociale e ambientale.
Nicol Stefani è Farmacista, cosmetologa, operatrice con i fiori di Bach e studentessa di naturopatia.
Biolcalenda luglio/agosto 2013